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Pater, Walter Horatio.

Scrittore inglese. Nato in una famiglia di origine olandese, trascorse i primi anni a Enfield; si iscrisse quindi alla King's School di Canterbury e successivamente (1858) al Queen's College di Oxford dove si laureò in studi classici (1862). Abbandonato il proposito di prendere gli ordini nella Chiesa anglicana, decise di dedicarsi all'insegnamento. Nel 1880 rassegnò le dimissioni dal Brasenose College di Oxford, per dedicarsi con più facilità all'attività letteraria. La formazione estetica e l'ispirazione letteraria di P. risentirono dell'influenza di J. Ruskin, A.Ch. Swinburne, Goethe e J.J. Winckelmann, mentre la lettura di Hegel diede un taglio filosofico ai suoi interessi. Nel 1866 un viaggio in Italia lo portò a contatto con le opere del Rinascimento che completarono la sua formazione. Nel 1867 apparve nella "Westminster Review" il suo saggio su Winckelmann e nel 1869 cominciò a frequentare il gruppo dei preraffaelliti. Nel 1873 pubblicò il volume Studi di storia del Rinascimento contenente i saggi degli anni precedenti su Winckelmann, Leonardo, Botticelli, Pico della Mirandola, Michelangelo e le cui frasi conclusive divennero il manifesto dell'Estetismo e del Decadentismo inglesi. Secondo la concezione di P. la vita è ben vissuta quando, nel trascorrere dell'esperienza, si riescono a cogliere momenti e sensazioni intense apprezzandoli con consapevolezza estetica. La sua concezione ideale della vita, l'indagine sul rapporto tra arte, religione, esperienza e filosofia costituiscono l'ossatura della sua seconda opera, Mario l'epicureo (1885), che narra le vicende di un giovane patrizio, vissuto nel II sec. d.C., che dall'iniziale attrazione per l'antica religione romana giunge, attraverso lo Stoicismo, a un passo dalla conversione al Cristianesimo. L'autore passa attraverso tutte le fasi dell'esperienza spirituale del protagonista con frequenti irruzioni nella propria epoca. In Ritratti immaginari (1887), P. raccoglie una galleria di giovani personaggi immaginari che si ritrovano in situazioni di fronte alle quali sono incapaci di agire e che muoiono prima di poter trovare la soluzione ai loro problemi. Se già in molti dei personaggi dei Ritratti si vede riflessa l'anima dello scrittore, fu con Il bambino nella casa, pubblicato nel 1878 sul "Macmillan's Magazine", che P. delineò nel giovane Florian Deleal uno degli autoritratti più convincenti. Infine vanno ricordate le conferenze su Plato and Platonism (1894) e i saggi critici raccolti sotto il titolo di Apprezzamenti (1889) preceduti da un'introduzione in cui l'autore definì l'artista come interprete "non del mondo, non del fatto, ma del senso che egli vi trova". L'ideale estetico di P. consisteva quindi nella completa fusione di contenuto e forma (Shadwell, Londra 1839 - Oxford 1894).